
Di castelli e palazzi reali ne ho visti tanti in questo viaggio, ma Varsavia è Varsavia, da qui è passata la storia mondiale, quindi dovevo vederlo, non vi erano altre opzioni; il biglietto, inoltre, costava anche poco, per cui prima di mezzogiorno sono entrato e ho iniziato dalle segrete, per poi salire al primo piano. Era bello, molto bello: mi ha fatto immaginare come potesse essere la vita a corte, tra quegli arazzi e quei lampadari, tra quelle stanze così immense che per riscaldarle bisognava utilizzare mezza foresta, tra tutti quei quadri di pittori famosi e bravi che ti invogliano a trovare il bello in ogni aspetto della natura. A proposito di quadri, molte volte mi sorprendo di come l'italianità sia ovunque nel mondo, anche dove meno me l'aspetto. Passeggiando nel palazzo reale ho trovato una stanza intitolata a Canaletto, il pittore veneziano del 18° secolo. Era presente un addetto alla sicurezza e gli ho chiesto il motivo, sebbene lo potessi intuire dallo stile dei quadri°affissi alle pareti; mi ha confermato che tutti i quadri presenti erano stati dipinti da Giovanni Antonio Canal, meglio noto come Canaletto. Assurdo immaginare, per chi come me non ha basi di storia dell'arte, di ritrovarsi in un paese relativamente distante dall'Italia e essere circondato da una quindicina di quadri realizzati da un artista che si suole studiare a scuola. Non so a voi, ma questo genere di cose a me emoziona sul serio.
Le chiacchiere con quel signore sono continuate e mi ha fatto notare che in un due quadri vi era un probabile autoritratto del pittore, nozione che pochissimi conoscevano, ma lui sì.
La giornata di oggi la ricorderò perché è stata completamente all'insegna della cultura; prima di iniziare il viaggio avrei mai potuto pensare di assistere a un concerto di musica classica a Varsavia? Ebbene sì, all'interno del palazzo veniva pubblicizzata la stagione lirica, e guarda caso stasera c'era un concerto, il cui ingresso costava 5,50 €, praticamente nulla. Biglietto acquistato senza pensarci due volte, a visitare un'altra parte della città, tra cui uno dei monumenti più belli mai dedicati agli orrori della guerra, e poi, alle 19, di ritorno all'ingresso del palazzo, in attesa di quattro archi, un pianoforte e un soprano. È il mio quarantesimo giorno di viaggio, ho voluto concedermi un regalo. Perbacco, quaranta, sono tanti!!
Sulla pagina Facebook AUventura – Davide Urso potete trovare le foto, chilometro per chilometro.


